Antonello Matarazzo: videoart, installations and paintings
Antonello Matarazzo: videoart, installations and paintings
Antonello Matarazzo: videoart, installations, paintings

VIDEOART installative

BUG – 2018; full HD; installation (different video) 1:55’’ loop   

  • BUG, 2018; full HD; installation
  • BUG, 2018; full HD; installation
  • BUG, 2018; full HD; installation
  • BUG, 2018; full HD; installation
  • BUG, 2018; full HD; installation
  • BUG, 2018; full HD; installation
In queste raffigurazioni emerge il tema del memento mori, della “corruzione” che contamina la natura avviandola alla putrefazione. A colpire maggiormente è la neutra frontalità dei volti, il rigore geometrico e la loro posa serena in attesa della dissoluzione. Ma provando a leggerli non come allegoria della morte, bensì della vita, la freddezza somatica di questi ritratti potrebbe essere, invece, controbilanciata proprio dall’intervento degli insetti, in quanto elementi vitali la cui presenza non vuole ricordarci la fragilità dell’esistenza (vanitas), ma diventa piuttosto simbolo di rinascita, proprio come lo scarabeo nell’antico Egitto (il kheperer, con funzioni magico-apotropaiche). I volti appaiono come pianeti attorno ai quali gli insetti disegnano le loro traiettorie. Nonostante l’assenza di suono, il reticolo di insetti che lentamente arricchisce queste immagini, liberandole dalla fissità e affidandole a un movimento simile a un diagramma di rotazioni celesti, possiede qualcosa di ritmico e di musicale (…)
(Bruno Di Marino 2018)

In these depictions the theme of the memento mori emerges, of the “corruption” that contaminates nature and leads it to putrefaction. Most striking is the neutral frontality of the faces, the geometric rigor and their serene pose awaiting dissolution. But trying to read them not as an allegory of death, but of life, the somatic coldness of these portraits could, instead, be counterbalanced precisely by the intervention of insects, as vital elements whose presence does not want to remind us of the fragility of existence (vanitas ), but rather becomes a symbol of rebirth, just like the scarab in ancient Egypt (the kheperer, with magical-apotropaic functions). The faces appear as planets around which the insects draw their trajectories. Despite the absence of sound, the network of insects that slowly enriches these images, freeing them from fixity and entrusting them to a movement similar to a diagram of celestial rotations, has something rhythmic and musical (…)(Bruno Di Marino 2018)

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: Elizabete Balčus, Anna Utopia Giordano, Simona Mercuri
a.matarazzo © 2017/18
POLITIK – 2017; photo-video full HD; installation 1:55’’ loop / single channel 2:08’’    
WATCH ON VIMEO

101 insetti morti, tra immobilità e trasformazione. La polis degli insetti in un mondo interconnesso prima di internet.

101 dead insects between immobility and transformation. The polis of insects in an interconnected world before the internet.

video / concept: Antonello Matarazzo
soundtrack: Gabriele Panico
a.matarazzo © 2011

Mejor obra de video arte, MADATAC, Madrid (ESP), 2019

PNEUMA (triptyque) – 2016; photo-video full HD; installation 5’ loop / single channel 2:20’’   
WATCH ON VIMEO


Allo stesso modo di Karma n.1, presentato alla 54° Biennale di Venezia, Pneuma (soffio vitale) analizza la soglia tra immobilità e trasformazione, evidenziando la lenta mutazione di un ulivo secolare, rappresentato nel dettaglio del tronco in contrapposizione analogica al volto di un anziano contadino. La varietà di forme della corteccia fa dell’ulivo, forse più di ogni altra specie vegetale, un albero antropomorfo che trova una quasi istintiva equivalenza, nel volto di un anziano rugoso contadino. Il morphing del volto e delle tortuose formazioni lignee sono metafora del costante sacrificio che le due forme di vita (uomo-albero) compiono nella loro esistenza. Forme organiche di potente valore simbolico, assorbite nel ciclo inesorabile della natura, dove tutto si trasforma e niente si distrugge.
(B. Di Marino 2016)

Similarly Karma 1, presented at the 54° Venice Biennale, Pneuma (breath) analyzes the threshold between immobility and transformation, highlighting the slow mutation of an ancient olive tree, represented in the detail of the trunk as opposed to analog face an old farmer. The variety of forms of the bark of the olive is, perhaps more than any other plant species, a tree that is an almost instinctive anthropomorphic equivalence, in the face of a wrinkled old farmer. The morphing of the face and the winding wooden formations are a metaphor for the constant sacrifice that the two forms of life (man-tree) bring into being. Organic forms of powerful symbolic value, absorbed into the relentless cycle of nature, where everything changes and nothing is destroyed.
(B. Di Marino 2016)

video / concept: Antonello Matarazzo
soundtrack: Gabriele Panico
a.matarazzo © 2011

Menção especial, XX AVANCA, Avanca (P), 2016
1° Premio, IV CFF, Caselle SA, 2016

KARMA n.2 (water) – 2012; photo-video full HD; installation 2′ loop / single channel 1:44’’   
WATCH ON VIMEO


KARMA n.1 (earth)
e KARMA n.2 (water) costituiscono un’installazione, conclusa nel dicembre 2012, dal titolo Doppio Karma
(Karma n.1 è stato presentato alla 54. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia).

L’ossimoro tra immobilità e trasformazione è rappresentato dalla progressiva crescita di un albero (Karma n.1) e dal fluire dell’acqua (Karma n.2). La rugosità della corteccia è simile a quella di un corpo umano che invecchia, così come il volto dell’adolescente trova il proprio corrispettivo nel fresco scorrere dell’acqua. Nei volti ritroviamo la stessa mescolanza di immobilità e trasformazione. La solidità apparentemente inanimata della pianta, la trasparente inconsistenza dell’acqua contrapposti alla fragilità di corpi soggetti allo scorrere del tempo. Forme organiche assorbite nel ciclo inesorabile della natura, dove tutto si trasforma e niente si distrugge.
(B. Di Marino 2013)


KARMA n.1 (earth)
e KARMA n.2 (water) are part of the same installation project titled Double Karma concluded in December 2012

(Karma n.1 was presented at the 54. Venice Biennale).

The oxymoron between immobility and transformation is represented by the progressive growth of a tree (Karma n.1) and the flow of water (Karma n.2). The roughness of the bark is similar to that of an ageing human body, as well as the face of an adolescent that finds its counterpart in the fresh flow of water. In the faces we find the same mix of stillness and transformation. The apparently inanimate robustness of the plant, the inconsistent transparent water as opposed to the fragility of bodies subject to the passing of time. Organic forms absorbed into the relentless cycle of nature, where everything changes and nothing is destroyed.
(B. Di Marino 2013)

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: Anna Utopia Giordano
a.matarazzo © 2012

KARMA n.1 (earth) – 2011; photo-video full HD; installation 2′ loop / single channel 2:08’’   
WATCH ON VIMEO


KARMA n.1 (earth)
e KARMA n.2 (water) costituiscono un’installazione, conclusa nel dicembre 2012, dal titolo Doppio Karma
(Karma n.1 è stato presentato alla 54. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia).

L’ossimoro tra immobilità e trasformazione è rappresentato dalla progressiva crescita di un albero (Karma n.1) e dal fluire dell’acqua (Karma n.2). La rugosità della corteccia è simile a quella di un corpo umano che invecchia, così come il volto dell’adolescente trova il proprio corrispettivo nel fresco scorrere dell’acqua. Nei volti ritroviamo la stessa mescolanza di immobilità e trasformazione. La solidità apparentemente inanimata della pianta, la trasparente inconsistenza dell’acqua contrapposti alla fragilità di corpi soggetti allo scorrere del tempo. Forme organiche assorbite nel ciclo inesorabile della natura, dove tutto si trasforma e niente si distrugge.
(B. Di Marino 2013)


KARMA n.1 (earth)
e KARMA n.2 (water) are part of the same installation project titled Double Karma concluded in December 2012

(Karma n.1 was presented at the 54. Venice Biennale).

The oxymoron between immobility and transformation is represented by the progressive growth of a tree (Karma n.1) and the flow of water (Karma n.2). The roughness of the bark is similar to that of an ageing human body, as well as the face of an adolescent that finds its counterpart in the fresh flow of water. In the faces we find the same mix of stillness and transformation. The apparently inanimate robustness of the plant, the inconsistent transparent water as opposed to the fragility of bodies subject to the passing of time. Organic forms absorbed into the relentless cycle of nature, where everything changes and nothing is destroyed.
(B. Di Marino 2013)

video / concept: Antonello Matarazzo
sound resource: “Om meditation” (monaci di Lhasa, Tibet)
a.matarazzo © 2011

YOUR BODY is YOUR BUDDHA – 2014; full HD; 2:20’’ 
WATCH ON VIMEO


La comprensione del mondo si esprime anche attraverso il corpo il quale conserva in sé le informazioni del processo karmico. La coreografia di Simona Lisi aspira a sublimare le gestualità dei diversi animali provenienti da un territorio ancestrale in cui il sé si identifica con altre forme di vita. Una metamorfosi biologica che si realizza in un flusso ininterrotto contrassegnato dalle immagini delle prime sperimentazioni cronofotografiche che E. Muybridge e È. J. Marey realizzarono servendosi delle più svariate specie faunistiche.

The understanding of the world is also expressed through the body which keeps himself in the karmic process information. Simona Lisi’s choreography aspires to sublimate several animals’ gestualità who come from an ancestral territory in which the self identifies with the identity of other life forms, such as biological metamorphosis, it is a stream on the body of the interpreter in an uninterrupted flow marked by the first chronophotographic experiments which E. Muybridge and È. J. Marey realized using several wildlife species.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast / coreography: Simona Lisi
a.matarazzo © 2014

Best Video Art, Versi di Luce, Modica RG, 2015
Mejor Cortometraje Experimental, Festival CineAnimal de Bogotà, Bogotà (CO), 2016

SLOTMACHINE – 2014; full HD; 8’’ loop 


video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: Linda Canova
a.matarazzo © 2014

KARMA baroque – 2010; photo-video full HD; 4’ 40’’    
WATCH ON VIMEO


Riprendendo l’iconografia seicentesca della Vanitas, Karma baroque racconta attraverso una suggestiva metamorfosi visiva il passare del tempo e le trasformazioni del corpo umano. Si tratta di un viaggio tra la vita e la morte, un’allegoria digitale dove il corpo della pittura “ri-media” il corpo del video.

 Going back to the seventeenth-century iconography of the Vanitas, through an evocative visual metamorphosis Karma baroque tells over time and changes in the human body. It is a trip between life and death, a digital allegory in wich the body of the painting “re-mediates” the body of the video.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
soundtrack: Ilario Pastore
a.matarazzo © 2010

VERAZNUNT – 2008; photo-video DV; 5’ 30’’      PDF
WATCH ON VIMEO


Il genocidio armeno è una storia da raccontare in silenzio…

The Armenian genocide is a story to be told in silence…

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
voices: Pascual Avedìs Abramian, Maria Ines Abramian
resource: photo of Armenian people
soundtrack: Canto liturgico armeno
a.matarazzo © 2008

Premio Giacomo D’Onofrio, Avellino, 2009

MOTUS, whatever we are… – 2009; video-synchronization on 7 monitor lcd 25’’; DV; 22′ loop      PDF pg.138
WATCH ON VIMEO


L’installazione “MOTUS, whatever we are…” di Antonello Matarazzo è concepita per la trasmissione su 7 monitor sincronizzati.

I soggetti vengono costretti ad uno stato di prolungata immobilità, in questa condizione percepiscono analoghe sensazioni di natura biologica (freddo, caldo, mal di testa ecc.). Essi sono come imprigionati all’interno dello spazio dei monitor attraverso i quali transitano scambiandosi le reciproche identità.
Questo lavoro nasce da una domanda relativa all’irripetibilità dell’individuo (in-divìduus= indivisibile), la presunzione di unicità e di originalità che è alla base di ogni personalità. L’interrogativo che pone questo esperimento sta in cosa consista tale straordinarietà, al di là delle risposte comportamentali e psicologiche, spesso compulsive, determinate dall’ambiente.

MOTUS, è stata presentata in anteprima alla 53. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nella sezione Detournment Venise 2009.

The installation “MOTUS, whatever we are…” by Antonello Matarazzo is designed for the transmission of 7 synchronized monitors.
The subjects are forced into a state of prolonged immobility, like trapped inside the space of the monitor. In this condition they perceive sensations of a biological nature (cold, hot, headache etc..).
This work stems from a question about individual repetitiveness (in-divìduus = indivisible), the presumption of uniqueness and originality that is the basis of every personality. The question that arises in this experiment is that what constitutes extraordinary, beyond the psychological and behavioral responses, often compulsive, determined by the environment.

MOTUS, was premiered at the 53rd. International Art Exhibition in Venice in the Detournment Venise 2009.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: 11 characters of different nationalities
a.matarazzo © 2009

PEOPLECONNECTION – 2008; photo-video DV; 4′ loop   
WATCH ON VIMEO


Mai dire “io”

Never say “I”

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
resources: ca 50 photos of people of different nationalities
soundtrack: Retina.it (Lino Monaco, Nicola Buono)
a.matarazzo © 2008

LA POSA INFINITA – 2007/2011; photo-video DV; installation 2’ loop / single-channel 2’ 06’’       issuu
WATCH ON VIMEO


La posa infinita mette in scena lo scarto tra mobile/immobile che emerge dall’interfaccia cinema/fotografia, sotto le sembianze di un antico portrait di gruppo nel quale le figure immortalate riacquistano vita mediante movimenti minimi e suoni ambientali che restituiscono all’immagine cristallizzata nel tempo, la sensazione di uno svolgimento “in diretta”. Un attimo dilatato all’infinito rappresentato dall’attesa prima dello scatto. (…)

Bruno Di Marino (Milano Doc Festival 2007, Doc Fest ed., Roma 2007)

La posa infinita puts on stage, yet again, the gap between mobile/immobile that emerges from the interface of cinema/photography, under the appearance of an ancient group portrait where the immortalized characters reacquire life artificially through minimal movements and an ambient sound that give the image crystallized in time, the feeling of something taking place “live”. An instant dilated to infinity represented by the waiting period before the snap. (…)
Bruno Di Marino (Milano Doc Festival 2007, Doc Fest ed., Roma 2007)

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
resources: 3 photos of people from the Irpinia hinterland
a.matarazzo © 2007

LA CAMERA CHIARA (remix) – 2003/2014; DV; 6’10”   
WATCH ON VIMEO


“Io vorrei una Storia degli Sguardi…”
 (Roland Barthes)

“I would like a Story of Gaze…” (Roland Barthes)

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
resources: different photos of people from the Irpinia hinterland
soundtrack: Gianvincenzo Cresta
a.matarazzo © 2003

1st Award – 11. Arcipelago (Corto.Web), Roma, 2004
1st Award – 15. Incroci di Orizzonti, Pergine Valdarno AR, 2004
Special Mention – MediArt Festival, Pantelleria TP, 2004

MUMMY – 2007; DV;  installation: 3’ loop / single channel 3’ 
WATCH ON VIMEO


MUMMY
intende far riflettere sul profondo background religioso e cultural popolare che ognuna di queste opere, rimosse dal proprio alveo naturale, porta ancora in sé (“in seno”).

La mostra OPUS LOCI ai Grandi Magazzini Teatrali di Campobasso, a cura di Dora Catalano, Simona Isgrò e Valentina Valerio, prende le mosse da una serie di riflessioni sugli effetti dei terremoti sul patrimonio culturale.
Il terremoto rappresenta una delle principali cause di dispersione e di decontestualizzazione delle opere d’arte. E così, nel corso della travagliata vicenda sismica del territorio nazionale abbiamo periodicamente assistito a rimozioni generalizzate dei beni o, al contrario, a trasferimenti selettivi e monitorati, alla istituzione di nuove realtà museali o all’allestimento di ricoveri temporanei o alla strutturazione di depositi attrezzati. In Molise dopo il 2002 è prevalsa la scelta della “temporaneità”, si è infatti ritenuto opportuno predisporre un deposito, il quale risulta scientemente destinato ad esaurire la sua funzione, a svuotarsi progressivamente a favore di un ritorno delle opere nei luoghi originari.
Alle sculture lignee e ad alcuni dipinti presenti in mostra fanno da contrappunto gli interventi di tre artisti contemporanei che si interrogano sulle potenzialità estetiche e poetiche di opere antiche estraniate dal contesto d’uso originario e ne ampliano le potenzialità percettive, proponendo autonome ri-creazioni: Andrea Aquilanti, Paolo Bresciani e Antonello Matarazzo.


MUMMY
intends to reflect on the profound religious background and popular cultural aspect that each of these works, removed from its natural bed, still carries (“within”).

The exhibition OPUS LOCI at Grandi Magazzini Teatrali in Campobasso, edited by Dora Catalano, Simona Isgrò and Valentina Valerio, begins with a series of reflections on the effects of earthquakes on cultural heritage.
 The earthquake is one of the main causes of dispersion and contextualization of the works of art. Thus, during the troubled seismic event of the territory we have regularly attended generalized removal of goods or, on the contrary, selective and monitored transfers, to the creation of new reality museums or the provision of temporary shelters or the structuring of depots. In Molise after 2002 prevailed the choice of “temporary”, it was felt appropriate to provide a depot, which is deliberately intended to exhaust its function, to move gradually in favor of a return of the works to their original place of origin.
The wooden sculptures and paintings in the exhibition are a counterpoint to the actions of three contemporary artists who are questioning the potential aesthetic and poetic ancient works estranged from the context of its original use and enhance its potential perception, suggesting autonomous re-creations: Andrea Aquilanti, Paolo Bresciani and Antonello Matarazzo.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
resources: people from the Irpinia hinterland
sound: popular song dedicated to the Virgin Mary
a.matarazzo © 2007

VIDEOART narrative

TERRACARNE – 2020; full HD; 4’50’’
WATCH ON VIMEO

Quella notte ogni grido era senza firma, era senza ascolto. Ogni grido era lontano come il fiato delle stelle.

That night every cry he was unsigned, he was without listening. Every cry was far away like the breath of the stars.

video: Antonello Matarazzo
testi: Franco Arminio
musica: Fabio Barovero – U Consolo wind ensemble
a. matarazzo © 2020
THE WATCHMAKER – 2020; full HD; 8’05’’
WATCH ON VIMEO

Un metaforico viaggio nel mondo al tempo della quarantena, partendo da un paese del Sud Italiano. E’ una riflessione sull’energia del silenzio, riscoperta appena si è fermato il trambusto collettivo in cui eravamo immersi.

A metaphorical journey around the world in the time of quarantine, starting from a country in Southern Italy. It is a reflection on the energy of silence, rediscovered as soon as the collective bustle in which we were immersed stopped.

video: Antonello Matarazzo
testo: Franco Arminio
musica: Fabio Barovero
interpreti: Franco Arminio
voci: Anna Utopia Giordano, Franco Arminio, Antonietta Fratianni
aiuto regia: Livio Arminio
a. matarazzo © 2020
Happy ENDINGS – 2016; full HD; 5:30’’    PDF
WATCH ON VIMEO

Non c’è un disegno o una logica che progetta le nostre vite. Esse sono sempre esposte all’imprevedibile, alla contingenza, a ciò che, fuori dal nostro orizzonte di senso, finisce invece per determinarci. Tre episodi misteriosamente collegati tra loro, tre ipotetici finali per un film mai girato.

There is no plan or a logic that designs our lives. It is increasingly exposed to the unpredictability, the contingency that, beyond our horizon of meaning, ends up instead to determine ourselves. Three episodes mysteriously linked together, three hypothetical “endings” for a movie never shooted.

director: Antonello Matarazzo
cast: Cristina Pedratscher
soundtrack: Gianvincenzo Cresta
musicians: Benjamin Carat violoncello; Cecile Dibon-Lafarge soprano;
Riccardo Balbinutti marimba; Christophe Desjardins violoncello
sound: Antonello Matarazzo
a.matarazzo © 2016
80 KG. In Mortem Johann Fatzer – 2012; full HD; 6′   
WATCH ON VIMEO


Un morto = 80 kg. di carne, 4 secchi d’acqua, 1 sacchetto di sale

Liberamente ispirato al “documento Fatzer”, “La rovina dell’Egoista Johann Fatzer” di B. Brecht, è una riflessione sul narcisismo e sul valore della forza individuale se applicata in direzione opposta al senso comune.

A dead man = 80 kg of meat, 4 buckets of water, 1 bag salt

Loosely based on “fatzer-fragment”, “Downfall of the Egotist Johann Fatzer” by Bertolt Brecht, it’s a reflection on narcissism and the value of individual strength when applied in opposite direction to common sense.

director: Antonello Matarazzo
cast: Cristina Pedratscher
soundtrack: Ilario Pastore
sound: Antonello Matarazzo
a.matarazzo © 2012
FOLIAS para 5 – 2012; full HD; 6′      PDF
WATCH ON VIMEO


A dire Follia, si gira in tondo. E ci si ritrova ancora a chiedersi cos’è. Declinata col bene e il male: follia d’amore e follia omicida, gesto folle e folle utopia. La Follia è il limite oltre il quale sta il folle. Ispirato alle Variazioni sul Basso di Follia, uno dei temi più frequentati dai musicisti del barocco europeo.

As a matter of Madness, is to move in circles. And you find yourself still wondering what it is. Declined with good and evil: the madness of love and mad killing spree, act of madness and insane utopia. Madness is the limit beyond the madman. Based on the Variations on Bass Madness, one of the most popular music themes of Baroque European musicians.

director Antonello Matarazzo
cast: Rosalia Filippetti
soundtrack: Ilario Pastore:
free adaptation of the concerto grosso no. 12th by Francesco Geminiani
(from chamber sonatas op. V no. 12 in D minor “La Follia” by Arcangelo Corelli)
a.matarazzo © 2012
4B movie – 2008; Comp. graphic DV; 5’   
WATCH ON VIMEO


Cosa hanno in comune, a parte la lettera B, Beckett, Buster Keaton, Bene e Bergman? Sono tutti portatori di una visione che si coagula nell’occhio dell’attrice Piera Degli Esposti la quale incarna, a mio parere, lo stereotipo dell’attore a tutto tondo. Attrice a cinema, a teatro ma anche nella vita, laddove il regista Marco Ferreri con Storia di Piera (1983) le dedicò una delle biografie più originali e interessanti del cinema italiano.

 What do they share, apart from ‘B’, Beckett, Buster Keaton, Bene and Bergman? They all lead a wide-eyed of the actress Piera Degli Esposti which embodies, in my opinion, the stereotype of the actor in the round. Actress in cinema, theatre and in life, where the director Marco Ferreri The Story of Piera (1983) dedicated one of the most original and interesting biographies of Italian cinema.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: Piera Degli Esposti
soundtrack: Rocco De Rosa
a.matarazzo © 2008
LUNA ZERO – 2007; DV; 10’30”
WATCH ON VIMEO


Sonnambuli alla conquista di nuove lune

Sleep-walkers conquer new moons

Nonostante la propria indole multiculturalista l’America è paradossalmente il primo paese al mondo dell’era moderna a evidenziare la distanza tra se stesso e il resto del mondo e a gestirne le problematiche in maniera apertamente conflittuale. La compiaciuta ignoranza di culture diverse dalla propria, spesso percepite come primitive e selvagge, con la conseguente imposizione di un proprio modello culturale e l’esportazione della democrazia come unico principio di convivenza fanno il pari con la soppressione o l’isolamento fisico e geografico di coloro che attentano o si sottraggono a tali postulati, senza contare che spesso questi ultimi costituiscono solo il paravento dietro il quale si annidano interessi tanto più realistici quanto meno propagandati.

video / sound: Antonello Matarazzo
concept: Antonello Matarazzo, Laura Mauriello
cast: people of República de Cabo Verde, Africa
soundtrack: Marco Abete
a.matarazzo © 2007

tribal TRIBAL – 2007; DV; 3’30” 

tribal e TRIBAL, due generi a confronto.

L’esecuzione di un tatuaggio per riflettere sulla distanza tra il tribale con la maiuscola, quello identitario, ma anche quello della povertà dell’Africa centrale e il tribale alla moda, quello alla ricerca d’identità, ma che celebra soltanto la pingue fiacchezza occidentale.


tribal and TRIBAL, a comparison of two genres.

The execution of a tattoo to reflect on the distance between the tribal with the capital letter, that one identity, but also that of the poverty in Central Africa and the fashionable tribal, that in search for identity, but which celebrates only the large western weakness.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: Alfredo Raimondi, people of República de Cabo Verde, Africa
soundtrack: Marco Abete
a.matarazzo © 2007
PIERA e gli ASSASSINI – 2007; DV; 6′ 
WATCH ON VIMEO


Piera è un’attrice di successo, la sua è una vita ricca di progetti, di prospettive e di… ossessioni.

Piera is a successful actress, her life is always filled with plans, events and… obsessions.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: Piera Degli Esposti
soundtrack: Marco Abete
a.matarazzo © 2007
9 06 83 – 2007; DV; 4’12” 
WATCH ON VIMEO


Ritratto di Anna: una giovane amica, la solita carica esplosiva: bellezza, innocenza, malizia.

 Anna’s portrait: a my young friend, the usual explosive charge: beauty / innocence, malice.

director: Antonello Matarazzo
cast: Anna Guarino
sound; Antonello Matarazzo
a.matarazzo © 2007

EN PLAIN AIR – 2005; DV; 10’

Niente è più salutare del vivere “en plain air”, a parte qualche piccolo fastidio…

There’s nothing so healthy as living ‘en plain air,’ except for the occasional little nuisance…

director: Antonello Matarazzo
cast: a mad man
soundtrack: Fabrizio Castania
a.matarazzo © 2005
APICE – 2004; DV; 6’20”   
WATCH ON VIMEO

 

Sono passati molti anni da quando il sisma del 1980 devastò l’Irpinia. In seguito la ricostruzione ne ha modificato profondamente la topografia, lasciando che le rovine testimoniassero la tragedia come dei musei a cielo aperto. Camminando tra queste pietre, immerse da tempo in un silenzio ottuso, si prova l’imbarazzante sensazione di essere osservati. Pietre che sembrano reclamare una propria anima, e che ora paiono inorridire per una visita inattesa…

It has been several years since 1980, when an earthquake devasted Irpinia, South Italy. Although a massive reconstruction, some places, here and there, like dead memories or museums in the open air, can still remind everybody of such a tragedy. The long-standing, quiet, spooky ruins seem to claim their own right to survive, warning strangers not to pass. But a funny guy with a briefcase and a clue, turns up, unexpected…

director: Antonello Matarazzo
script: A. Matarazzo, Marcella Rafaniello
cast: Sandro Luce
sound; Antonello Matarazzo
a.matarazzo © 2004
MISERERE – 2004; DV; 19’25”   
WATCH ON VIMEO


“E ‘ntanto per la costa di traverso / venivan genti innanzi a noi un poco, / cantando ‘Miserere’ a verso a verso…”
Dante Alighieri, PURGATORIO – Canto V

Meanwhile along the mountain-side across / came people in advance of us a little / singing the Miserere verse by verse…”
Dante Alighieri, PURGATORIO
– Canto V

director: Antonello Matarazzo
script: Rincen Caravacci, Antonello Matarazzo
cinematography: Marco De Angelis
cast: Canio Loguercio, Aurora Staffa, Luigi Tufano, Susy Liguori, Armando De Sanctis, Massimo Borriello, Camy Reza, Barbara Matetich, Self Flagellators of Guardia Sanframondi BN
soundtrack: Fabrizio Castania, Canio Loguercio
musical contributions: Rocco De Rosa – Maria Moramarco – Canio Loguercio – Otello Profazio
a.matarazzo © 2004

1st Award – Festival d’Arte di Palazzo Venezia (Nuovi Linguaggi), Roma 2005
Best Cinematography – CortoViterbo, Viterbo, 2005

WARH – 2003; photo-video DV; 8’20”

  • WARH, 2003; DV
  • WARH, 2003; DV
  • WARH, 2003; DV
  • WARH, 2003; DV
  • WARH, 2003; DV
  • WARH, 2003; DV
  • WARH, 2003; DV
  • WARH, 2003; DV
Prima che (più) niente accada fiorisce, spettacolare e distruttiva, un’arte mortale…

Before (more) nothing happens, a mortal art, spectacular and destructive, flourishes…

video / sound / concept: Antonello Matarazzo
concept: Rincen Caravacci, Antonello Matarazzo
RVM: people of NY US
resources: different photos of people from the Irpinia hinterland
soundtrack: Fabrizio Castania
a.matarazzo © 2003

Special Mention – 12. Arcipelago (E-Movie), 2004

ASTROLìTE – 2002; DV; 40′
WATCH ON VIMEO


Una miscela di polveri (astrolìte) è metafora di polverizzazione di sguardi e voci, in uno spazio acustico e visivo scompaginato dall’urto di una percezione anomala. In un’estrema sintesi tra il cartoon e Beckett, esistenze residuali danno vita ad una pantomima sinistra, sedotte e vessate dalla loro stessa irrealtà. Un capovolgimento del concetto di teledipendenza, in cui ad essere dipendente non è l’osservatore, ma l’osservato.

A mixture of powders (astrolite) is the metaphor of a pulverization of gaze and voices, of an acoustic and visual space that is thrown off balance by an anomalous perception. In a extreme synthesis of cartoon strips and Beckett, residual existences give life to a sinister pantomime, seduced and oppressed by their own unreality.

director: Antonello Matarazzo, Carlo Michele Schirinzi
script: Antonello Matarazzo, Carlo Michele Schirinzi
cinematography: Marco De Angelis
sound: Francesco Azzini
cast: Enrico Ghezzi; Gabriele Perretta; Massimo Borriello; Nunzia Di Somma; Michele De Prisco; Fara Peluso; Emilio Grillo; Luigi Cosi (…)
soundtrack: Pasquale Innarella
production: Astrolite associazione culturale arti audiovisive
a.matarazzo © 2002
MI CHIAMO SABINO – 2001; DV; 11′
WATCH ON YOUTUBE


Il linguaggio della follia nel rintocco del paesaggio: una gabbia interiore dentro una gabbia di monti. Tra due universi giustapposti e complementari, lo scarto del ritmo è una via di fuga alla trappola del senso. Il mondo di Sabino inquieta, ma è più innocente di un eden.

 The language of madness in the traces of a landscape: an inner cage within a mountainous cage. Between two juxtaposed and complementary worlds, a set rhythm is a way out of the trap of sense. Sabino’s world is disturbing, but it is more innocent than an Eden.

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
cast: Sabino Genovese
voice off: Gigio Borriello
soundtrack: Egberto Gismonti – Ulises Ferretti
a.matarazzo © 2001

LE COSE VERE – 2001; DV; 28’ 

Una città del sud, Avellino. Un gruppo di amici decide di girare un film giallo. L’attore che deve interpretare la “vittima” è timido ed introverso e patologicamente contrario alla società dello spettacolo e ad ogni sua manifestazione. E` però un raffinato amatore del cinema degli anni 60/70 del quale rimpiange soprattutto i colori. Sulle prime decide di aderire al progetto, ma l’idea stessa di dover comparire in pubblico comincia ben presto ad ossessionarlo. Da qui l’unico film possibile è una spy-cam sul suo crescente tormento…

PLACE: Avellino, a provincial town in Southern Italy. A group of friends establishes a film production cooperative called “lecosevere” (the true things), and they decide to make a thriller. The actor cast as the “victim” is timid and introverted and a conscientious objector to show business. An expert in ’60s and ’70s films, he’s more into cinematography than story. At first he decides to join the project, but as to be expected, just the thought of having to expose himself to the public begins to haunt him pathologically. Now, the only possible movie to be made is the real drama revolving around his growing torment…

director: Antonello Matarazzo
concept: Franco Arminio, Antonello Matarazzo
cast: Gigio Borriello; Franco Arminio; Sabino Genovese; Martino Aurigemma (…)
soundtrack: Pasquale Innarella
musical contributions: Bob Dylan, Peter I. Tschaikowsky
production: Astrolite associazione culturale arti audiovisive
a.matarazzo © 2001
THE FABLE – 2000; photo-video DV; 8′
WATCH ON YOUTUBE


Un reliquiario di nomi e volti, crespi come di terra irpina, vestiti di domeniche di cento anni fa. Ho provato a scontornarli dal buio e dal silenzio, dalla fissità… li ho levigati e fatti scorrere, pensandoli anagraficamente nuovi, persino contemporanei. Animandosi appena, essi avrebbero voluto raccontarci la fiaba mai finita della fine… ma una musica gracidula, di cortili assolati e campi di grano, li ha risucchiati nel loro vecchio tempo. Se un racconto c’è, è nel trascorrere autonomo di questi 10′ di cinema liquido su tele e foto…
(Concita Borrelli, Antonello Matarazzo)

A reliquary of names and faces, rippled like the land of Irpinia, Sunday clothes of 100 years ago. I tried to block them out from the dark, the silence, immobility… I smoothed them out and let them flow, thinking of them as entirely new, even contemporary. At the slightest hint of vitality they would have liked to tell us the unfinished fairy tale on the ending…but cackling music, of sunny courtyards and wheat fields, sucked them back into their time. If there is a story, it lies in the autonomous flow of these 10 minutes of liquid cinema on canvases and photos…
(Concita Borrelli, Antonello Matarazzo)

video / concept / sound: Antonello Matarazzo
resources: different paintings and photos of people from the Irpinia hinterland
soundtrack: Daniele Sepe
a.matarazzo © 2000

<                  >