Mummy intende far riflettere sul profondo background religioso e cultural popolare che ognuna di queste opere, rimosse dal proprio alveo naturale, porta ancora in sé (“in seno”).
La mostra Opus Loci ai Grandi Magazzini Teatrali di Campobasso, a cura di Dora Catalano, Simona Isgrò e Valentina Valerio, prende le mosse da una serie di riflessioni sugli effetti dei terremoti sul patrimonio culturale.
Il terremoto rappresenta una delle principali cause di dispersione e di decontestualizzazione delle opere d’arte. E così, nel corso della travagliata vicenda sismica del territorio nazionale abbiamo periodicamente assistito a rimozioni generalizzate dei beni o, al contrario, a trasferimenti selettivi e monitorati, alla istituzione di nuove realtà museali o all’allestimento di ricoveri temporanei o alla strutturazione di depositi attrezzati. In Molise dopo il 2002 è prevalsa la scelta della “temporaneità”, si è infatti ritenuto opportuno predisporre un deposito, il quale risulta scientemente destinato ad esaurire la sua funzione, a svuotarsi progressivamente a favore di un ritorno delle opere nei luoghi originari.
Alle sculture lignee e ad alcuni dipinti presenti in mostra fanno da contrappunto gli interventi di tre artisti contemporanei che si interrogano sulle potenzialità estetiche e poetiche di opere antiche estraniate dal contesto d’uso originario e ne ampliano le potenzialità percettive, proponendo autonome ri-creazioni: Andrea Aquilanti, Paolo Bresciani e Antonello Matarazzo.