KARMA
• foto 1-3: Karma n.1 (earth), installation view, 53° Biennale d’Arte di Venezia, Padiglione Italia/Campania, Museo CAM, Casoria NA, 2011
• foto 4-5: Karma, installation view, SAACI Gallery, Saviano NA, 2016
• foto 6-8: Karma baroque, installation view, Sentieri Barocchi-Flussi digital transitions, Castello degli Imperiali, Sant’Angelo dei Lombardi AV, 2010
DOUBLE KARMA
L’ossimoro tra immobilità e trasformazione è rappresentato dalla progressiva crescita di un albero (Karma n.1) e dal fluire dell’acqua (Karma n.2). La rugosità della corteccia è simile a quella di un corpo umano che invecchia, così come il volto dell’adolescente trova il proprio corrispettivo nel fresco scorrere dell’acqua. Nei volti ritroviamo la stessa mescolanza di immobilità e trasformazione. La solidità apparentemente inanimata della pianta, la trasparente inconsistenza dell’acqua contrapposti alla fragilità di corpi soggetti allo scorrere del tempo. Forme organiche assorbite nel ciclo inesorabile della natura, dove tutto si trasforma e nulla si distrugge. (Bruno Di Marino, 2012)
KARMA baroque
Riprendendo l’iconografia seicentesca della Vanitas, Karma baroque racconta attraverso una suggestiva metamorfosi visiva il passare del tempo e le trasformazioni del corpo umano. Si tratta di un viaggio tra la vita e la morte, un’allegoria digitale dove il corpo della pittura “ri-media” il corpo del video. (Bruno Di Marino, 2010)